In questi giorni mi è capitato di discutere con una persona riguardo alcune scelte della nostra amministrazione. Questa persona non è nostra elettrice e probabilmente non lo sarà neanche in futuro, però al termine della conversazione mi ha detto “beh ma io queste cose non le sapevo, le persone dovrebbero saperlo!”. Mi è capitato tante volte in questi anni di discutere del tema dell’informazione. Vi è ormai una convinzione abbastanza diffusa che le informazioni non arrivino alle persone per colpa dei media che per qualche oscuro motivo non le vorrebbe far arrivare. Al netto di alcune limitate eccezioni il problema è esattamente l’opposto: nella miriade di informazioni con cui siamo bombardati ogni giorno, è difficile, per non dire impossibile, far arrivare quelle che riteniamo importanti alle persone.
C’è poi un altro fattore chiave: il tempo. Ogni giorno mi trovo ad affrontare un numero considerevole di questioni: ad alcune dedico un paio d’ore con una riunione in cui viene approfondito il tema, ad altre una semplice mail o telefonata di 5 o 10 minuti. Questo accade ad ognuno dei miei 9 colleghi di giunta, dei quali io per primo conosco solo una parte del loro lavoro. Trasferire questa mole di informazioni a tutti i cittadini è semplicemente impossibile, perché le persone non hanno ore intere ogni giorno da dedicare all’informazione.
Governare significa prima di tutto compiere delle scelte. Per giudicare una decisione presa bisognerebbe conoscere tutte le alternative possibili, a quali condizioni si sarebbe potuto prendere una decisione diversa e questa cosa avrebbe comportato. Questo è evidentemente utopia e i cittadini sono costretti a valutare la superficie delle cose, disponendo di elementi del tutto parziali. Tutto ciò è frustrante per chi vorrebbe spiegare il perché di ogni decisione, far comprendere cosa ha portato a fare quella specifica scelta. Einaudi diceva “conoscere per deliberare” e credo che questo sia uno dei fondamenti della democrazia. La democrazia è dunque un sistema altamente imperfetto, in cui questi limiti non solo non sono superabili, ma vengono amplificati dalla politica degli slogan. Ma la democrazia resta, al netto di tutto questo, il sistema migliore che abbiamo.